La sua esperienza di scarto della scuola merita, in rappresentanza di tutti gli studenti extraordinari, la comprensione e l’elogio del Papa: l’inquietudine è una grazia.
In una puntata speciale del programma “A Sua Immagine” con Lorena Bianchetti (andata in onda, credo, il 4 giugno 2023, ma non riesco ad individuare la data sul sito della trasmissione), Nicolò Govoni incontra Papa Francesco: tutti sappiamo chi sia il papa, ma non tutti sapranno chi sia Nicolò Govoni.
Confesso che io stessa sono rimasta incredula e ho pensato a un “fake”, uno scherzo. Conoscevo Nicolò Govoni perché imperversa su Facebook e, proprio nella mia pagina di Una Scuola Fuoriclasse, trovo quotidianamente i suoi post. Qui la sua pagina. Mi chiedevo, però, se le cose che scriveva fossero vere, perché lui è molto enfatico, ma soprattutto fa cose talmente grandi che non mi sembrava fossero possibili. Inoltre mi sono stupita di vedere il papa in uno studio televisivo: quando mai si era vista una cosa del genere?
E invece è tutto vero: vi propongo di vedere questo dialogo, perché conoscerete un’esperienza di studente extraordinario: da sofferente, rabbioso, inadeguato, diviene fuoriclasse sia nonostante, che grazie alla scuola. E ascolterete il commento del papa, che ho trovato esemplare. Da entrambi ho ricavato conforto su quello che sto cercando di dire con il mio blog. Stiamo attenti, attente, noi insegnanti. Quelli che a noi sembrano scarti, possono essere le perle più preziose; una frase che noi diciamo può distruggere il morale e condannare irrimediabilmente chi è preda della sua insicurezza. Un incoraggiamento può dare esiti inaspettati.
Ma chi è Nicolò Govoni?
Nicolò ha fondato la ONLUS Still I Rise a 24 anni, per contribuire nella crisi migratoria la siriana, dopo essere stato quattro anni in India. Con Still I Rise ha aperto la prima Scuola di Emergenza, ed ideato un nuovo modello scolastico, un approccio che “nega l’ansia e il giudizio che caratterizzano la scuola tradizionale” per costruire una Scuola “ umana, gentile, felice e libera”. Ha poi aperto Scuole di Emergenza e Scuole Internazionali tra Grecia, Siria, Kenya, Congo e Colombia. Still I Rise ha ricevuto riconoscimenti nazionali e internazionali. Nicolò oggi trentenne, è anche autore di numerosi bestseller. Attribuisce ad un’insegnante il merito di avergli suggerito l’idea del primo viaggio in India, ma nello stesso tempo, in vari post su Facebook, critica aspramente altre insegnanti che lo hanno distrutto moralmente e che, per reazione, lo hanno indotto a concepire la sua scuola in modo totalmente opposto. Non tutti gli insegnanti sono come quella descritta da Nicolò, lo riconosce lui stesso, ma penso valga la pena di conoscere il suo vissuto, per capire meglio i nostri studenti e studentesse.
La sua esperienza a scuola
In un post Nicolò Govoni recrimina.
“A te che dici: “Devi ringraziare la tua insegnante per averti detto che saresti finito a inscatolare le merendine in fabbrica. Le sue parole ti hanno spronato a dare il meglio di te. Se sei dove sei oggi, è anche grazie a lei.” NO. Se sono dove sono oggi, è nonostante lei. Nonostante il suo odio.
Nonostante il suo disprezzo. Nonostante la sua scellerata noncuranza. Nonostante la sua
cattiveria. Se sono dove sono oggi è solo grazie all’amore che ho ricevuto, alle parole di
incoraggiamento, alla fiducia dei pochi che, anche quando tutto andava a rotoli, non hanno smesso di credere in me. Ero un bambino, maledizione! Le sue parole mi hanno fatto a pezzi. Mi hanno causato 15 anni di ansia cronica. Mi hanno fatto perdere l’autostima. Mi hanno dato innumerevoli notti piene di incubi. Mi hanno traumatizzato. Sono il motivo per cui, ancora oggi, quando vinco un premio prestigioso, quando pubblico un bestseller, quando apro una nuova Scuola, una vocina nella mia testa ripete: “Non te lo meriti. Non sei abbastanza. E un giorno perderai tutto quanto.” La violenza, che sia fisica, verbale o psicologica, non crea mai, distrugge e basta. Ero un bambino, maledizione… e oggi, ogni volta che guardo i miei, di studenti, in tutta la loro giovinezza, la loro ingenuità, la loro fragilità, la loro speranza e, certamente, anche la loro fallibilità, mi sento morire, al solo pensare di spegnere loro la luce degli occhi, anche magari per sbaglio, usando simili parole. Ci credi che, piuttosto di fare a loro quello che hanno fatto a me, mi butterei da un palazzo? E lo sai perché? Perché so cosa significa arrivare sull’orlo del baratro. Perché so cosa significa guardarsi allo specchio e vedere… niente. Nessuno. Il vuoto. Ma soprattutto perché è stata proprio un’altra insegnante, Nicoletta, con le sue parole di cura, di conforto, di saggezza un anno dopo, ad afferrarmi mentre cadevo e, così, a salvarmi la vita. Lei è stata l’antidoto. E se sono dove sono oggi – se migliaia di bambini nel mondo vivono meglio grazie al nostro lavoro – è soprattutto grazie a Nicoletta. È grazie all’amore, non certo all’odio.
Quindi non dirmi che quelle parole mi hanno spronato. Non dirmi che sono qui anche grazie a lei.
Non darle anche questo potere. Solo l’amore merita il potere. L’odio merita l’oblio.”
Nel suo commento all’incontro con il papa, Nicolò esprime quanto sia importante la scuola e quanto sia necessario e possibile cambiare quello che non va, quello che a lui ha rovinato al vita.
“Ho avuto l’onore di incontrare Papa Francesco, per la prima volta nella Storia della televisione mondiale, in un’intervista potentissima, che spero trovi l’eco e la diffusione necessarie a mettere in discussione un sistema che ormai non funziona più: quello della scuola tradizionale. Abbiamo parlato di inquietudine giovanile e di come, anziché soffocarla, quasi fosse una malattia, vada ascoltata, capita e sfruttata per combattere l’apatia e l’indifferenza. Abbiamo parlato di Still I Rise e delle nostre Scuole nel mondo, e di come stiamo rispondendo all’emergenza scolastica globale offrendo l’istruzione dell’élite ai bambini più vulnerabili che esistano, per la prima volta in assoluto. E abbiamo parlato di cosa faccia di un maestro un buon maestro, di vicinanza, compassione e tenerezza come unica via per costruire una Scuola più umana, più felice e che, anziché imprigionare, liberi le persone. Secondo noi è una Scuola possibile. Ma il momento più bello è stato a telecamere spente, quando, la mia mano tra le sue, Papa Francesco mi ha ringraziato di ciò che facciamo. Ti rendi conto? Il Papa, a noi. È stato indimenticabile. “
Qui dal 47’ minuto, il servizio su Nicolò Govoni che incontra Papa Francesco, nella puntata speciale della trasmissione A Sua Immagine.
Oppure qui lo stesso video su Facebook.