In questa settimana abbiamo sentito parlare ripetutamente della scuola finlandese, prima con la lettera di una mamma al giornale Siracusa News e con tutti i commenti che ne sono seguiti, poi con la trasmissione Report in onda lunedì 9 gennaio 2023 su Rai 3. Trovate i collegamenti alla lettera, ad un articolo di commento e alla trasmissione in calce a questo articolo.
Report ha illustrato con immagini e interviste sul campo ciò a cui si riferiva la mamma finlandese. È la scuola che vorremmo anche per i nostri figli perché ha le desiderabili caratteristiche di cui ho parlato nei miei articoli, dopo avere letto e ascoltato i migliori esperti. Eppure sembra impossibile da noi. Effettivamente il preside italiano che viene intervistato nella trasmissione spiega che in Italia le sperimentazioni, pur virtuose, non funzionano per attivare il cambiamento perché occorre una strutturazione che parta dall’alto, occorre quello che fa il governo finlandese, che investe moltissimo nella scuola.
La scuola in Finlandia inizia a 7 anni per rispettare lo sviluppo psico-emotivo del bambino, per lasciare che maturino le competenze cognitive, socio-affettive e comportamentali che si formano con il gioco e la socialità nella scuola dell’infanzia. Da 7 a 16 anni non ci sono voti né interrogazioni alla lavagna. Le valutazioni non vengono basate solo sui compiti in classe, ma raggiunte anche attraverso dei percorsi accompagnati dall’insegnante. Non sono previsti compiti ripetitivi, ma si fornisce occasione di sperimentazione e di ricerca. Non ci sono lezioni frontali perché le ricerche hanno dimostrato che non servono all’apprendimento, mentre ci sono molte attività manuali e creative che realizzano prodotti significativi, con un lavoro che parte dalla progettazione. I ragazzi e le ragazze vengono responsabilizzate e ricevono fiducia, non vengono respinti con esami e bocciature, fino a 16 anni, e non sono ancora condizionati a studi già professionalizzanti come da noi, dove il biennio non è affatto “unico”. Per questo la dispersione scolastica là è quasi inesistente e i risultati nei test OCSE sono tra i migliori.
Il lavoro degli insegnanti non è mortificante con molte meno verifiche e meno burocrazia e con la competenza psico-pedagogica acquisita attraverso una formazione specifica. Questa è alla base di tutte le professionalità che operano nella scuola. È una scuola dove non c’è bisogno di rimproveri perché vi si va volentieri, visto che porta ad individuare le potenzialità personali, non controlla che tu sia come essa ti vuole. Si occupa delle emozioni dei ragazzi e delle ragazze e insegna a gestirle: è prevista anche l’educazione emozionale con lezioni che riguardano la ricerca delle proprie potenzialità, dei propri punti di forza e la conoscenza di se stesse. Rispetta il diritto all’errore perché non valuta ogni singola prova come quella definitiva bensì permette di riprovare e di essere aiutati.
È una scuola costosa ma serve al benessere non solo dei ragazzi ma a quello di tutta la società: i genitori possono tranquillamente pensare al proprio lavoro, in quanto i figli vanno e tornano da soli da scuola a piedi o in bicicletta con percorsi sicuri e vi trascorrono anche il tempo libero, nel centro giovanile, dove possono fare sport senza pagare e non per forza a livello agonistico, come da noi. E qui hanno a disposizione un adulto ogni dieci ragazzi, tra insegnanti, personale amministrativo e personale specializzato come psicologi, assistenti e pedagogisti.
Tutto è gratuito, anche l’università, tutto crea uguaglianza sociale e l’uguaglianza è la linfa della democrazia e della pace.
La lettera della famiglia finlandese che ha deciso di lasciare l’Italia per trovare un sistema scolastico più appropriato
Un articolo di commento di Mila Spicola, sull’Huffington Post che ho molto apprezzato
La puntata di Report che presenta il servizio sulla scuola finlandese negli ultimi 20 minuti