Prima parte dei miei consigli di lettura per la riflessione e progettazione estiva degli insegnanti e per dare un quadro ai genitori di quello che può esistere ed essere messo in pratica adesso, nella scuola pubblica.
Queste letture, anche se specialistiche, indicano in modo chiaro la direzione da prendere.
Come premessa segnalo un articolo di Giovanni Fioravanti, docente, formatore, dirigente scolastico, esperto di istruzione, che secondo me sposa perfettamente il discorso che cerco di portare avanti con il blog, sia nel senso critico che nel senso propositivo. Ho aspettato a segnalarvelo, perché lo trovo veramente denso e degno di una riflessione non superficiale. Ad esso collego il libro di Alessandra Sartorio che ho sentito presentare da un’autrice appassionata, anticonformista, le cui pratiche sono state costruite sui fondamenti teorici dello studio specialistico. La sua esperienza ritengo sia la realizzazione concreta di ciò che Fioravanti auspica nel suo articolo.
Curare le patologie della scuola, di Giovanni Fioravanti
Nell’ articolo , che trovate qui, nel sito Istruireilfuturo , leggerete una critica molto dura della scuola attuale. Ne condivido pienamente l’amara analisi che, comunque, è corredata in modo puntuale e brillante delle indicazioni più utili a porre rimedio alle carenze rilevate. Queste pratiche non vengono affatto sollecitate né richieste dall’istituzione, che anzi soffoca il più possibile le energie deviandole verso formalità spesso inutili a volte dannose. Penso quindi che ognuno, ognuna, debba fare da sé, con la propria buona volontà, per ottenere gratificazione dal proprio lavoro, dando spazio alla propria libertà di scelta.
Una scelta controcorrente? No, è libertà di insegnamento
Questo è quello che ha fatto Alessandra Sartorio che, nel libro Abbecedario ribelle per un’educazione emozionale, riporta il resoconto di un anno di scuola in una prima elementare, in cui si è presa la libertà di stabilire personalmente come voleva insegnare. Sartorio si è interrogata sulle proprie modalità educative e si è costruita un percorso da sperimentare sul campo prendendosi i rischi relativi, esercitando la propria creatività, sempre incanalata da uno spirito critico rigoroso. Alessandra Sartorio, infatti, è anche formatrice, seguace convinta della lezione di maestri come Lodi, Ciari, Rodari, Malaguzzi, Milani e di pedagogisti come Freinet o Dewey. Sartorio illustra come sia possibile superare e aggirare legacci burocratici e istituzionali e mettere così in atto una sua ri-evoluzione pedagogica fondata sulla complessità, l’incertezza, il dubbio.
In questo libro, quindi, troverete la testimonianza di un’esperienza vissuta in una scuola pubblica. Il suo esempio lo ritengo prezioso, a maggior ragione, anche per chi lavora con ragazzi e ragazze più grandi.
Penso che i genitori possano vedervi rappresentato un mondo scolastico possibile e anche un modello di relazione tra adulti e giovani basato veramente sull’ascolto e sul mettersi in gioco.
Per approfondire
Per chi volesse approfondire il discorso di Giovanni Fioravanti, le sue tesi sono esposte nel suo ultimo libro, La cultura della scuola, recensito da Maurizio Parodi sulla sua pagina Facebook.
Siccome non tutti potranno accedervi, riporto qui la recensione
Il libro del collega Giovanni Fioravanti è molto interessante per quel che “dice” e per come lo dice.
Muove dalla condanna dell’attuale sistema scolastico incapace di affrontare il difficile compito di attrezzare le giovani generazioni a vivere un futuro sostenibile; un sistema anacronistico eppure sostenuto caparbiamente da chi brandisca la difesa dell’ora di lezione, della cattedra e delle discipline, come un Don Chisciotte che insegue i suoi fantasmi, come il soldato giapponese che non si arrende perché non crede che la guerra sia finita.
Abbiamo bisogno di ripensare i nostri modelli educativi ed è proprio ciò che l’autore si ripromette di fare con il suo libro, diviso in due parti: la prima analizza il (mal)funzionamento della scuola, la seconda ne propone, concretamente, il superamento.
Fioravanti propone di iniziare il cambiamento delle pratiche scolastiche dal momento in cui ogni singola bambina e ogni singolo bambino, ragazza e ragazzo, fa il suo ingresso a scuola.
Prima di tutto attraverso l’accoglienza, non il rito che si celebra ogni anno il primo giorno di scuola, ma quella che deve precedere per tempo ogni iscrizione alla scuola stessa, fondata sulla conoscenza di ciascuno, preso singolarmente.
A questo farà seguito la stesura, unitamente alla famiglia, di un patto formativo che non assegnerà più la bambina e il bambino, la ragazza e il ragazzo a una classe, sulla base dell’età anagrafica, ma a un percorso di studio “singolarizzato”: non più voti ma crediti da acquisire, non più bocciature ma debiti da saldare.
Superamento, quindi, delle classi per cedere lo spazio ai laboratori per singole discipline e a gruppi eterogenei di apprendimento.
Il libro dettaglia la proposta con allegate le tavole di fattibilità relative sia agli orari giornalieri sia alla mobilità da un laboratorio all’altro dei gruppi di alunni.
Una sfida coraggiosa, temeraria, forse, ma fondata sulla conoscenza profonda del “sistema” e sorretta da una passione lucidamente visionaria.
continua ….
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